Canta: Demis Roussos – Musica di: Dmitri Shostakovich
(Waltz n°2 – Suite per orchestra di varietà)
testo: Come walk with me and let go off the way you are going. Come talk to me and i’ll tell you what’s really we’re flowing. Life is much too good, my friend, don’t let it end.
Come dance with me and i’ll give you a gift worth giving. Take a chance with me and i’ll show you a life thats worth living. Life is much too good, my friend, don’t let it end.
Come waltz with me and let go off the way you are going.
Come talk to me and i’ll tell you what’s really we’re flowing. Life is much to good my friend don’t let it end.
Come dance with me and i’ll give you a gift worth giving.
Take a chance with me and i’ll show you a life that’s worth living. Life is much too good, my friend, don’t let it end.
Anche questa sera la luna è sorta affogata in un colore troppo rosso e vago,
Vespero non si vede, si è offuscata, la punta dello stilo si è spezzata.
Che oroscopo puoi trarre questa sera, Mago?
Io Filemazio, protomedico, matematico, astronomo,
forse saggio, ridotto come un cieco a brancicare attorno, non ho la conoscenza od il coraggio per fare quest’ oroscopo, per divinar responso, e resto qui a aspettare che ritorni giorno
e devo dire, devo dire,
che sono forse troppo vecchio per capire, che ho perso la mia mente in chissà quale abuso, od ozio, ma stan mutando gli astri nelle notti d’equinozio.
O forse io, forse io, ho sottovalutato questo nuovo dio.
Lo leggo in me e nei segni che qualcosa sta cambiando, ma è un debole presagio che non dice come e quando…
Me ne andavo l’altra sera, quasi inconsciamente, giù al porto, a Bosphoreion, là dove si perde la terra dentro al mare fino quasi al niente e poi ritorna terra e non è più occidente: che importa a questo mare essere azzurro o verde?
Sentivo i canti osceni degli avvinazzati, di gente dallo sguardo pitturato e vuoto… ippodromo, bordello e nordici soldati,
Romani e Greci urlate dove siete andati… Sentivo bestemmiare in Alamanno e in Goto…
Città assurda, città strana
di questo imperatore sposo di puttana, di plebi smisurate, labirinti ed empietà, di barbari che forse sanno già la verità, di filosofi e di eteree,
sospesa tra due mondi, e tra due ere…
Fortuna e età han deciso per un giorno non lontano, o il fato chiederebbe che scegliesse la mia mano, ma…
Bisanzio è forse solo un simbolo insondabile, segreto e ambiguo come questa vita, Bisanzio è un mito che non mi è consueto, Bisanzio è un sogno che si fa incompleto, Bisanzio forse non è mai esistita e ancora ignoro e un’altra notte è andata,
Lucifero è già sorto, e si alza un po’ di vento, c’è freddo sulla torre o è l’ età mia malata, confondo vita e morte e non so chi è passata… mi copro col mantello il capo e più non sento, e mi addormento, mi addormento, mi addormento..
Ride on through the night tide on Ride on through the night tide on
There are visions, there are memories There are echoes of thundering hooves There are fires, there is laughter There’s the sound of a thousand doves
In the velvet of the darkness By the silhouette of silent trees they are watching waiting They are witnessing life’s mysteries
Cascading stars on the slumbering hills They are dancing as far as the sea Riding o’er the land, you can feel its gentle hand Leading on to its destiny
Take me with you on this journey Where the boundaries of time are now tossed In cathedrals of the forest In the words of the tongues now lost
Find the answers, ask the questions Find the roots of an ancient tree Take me dancing, take me singing I’ll ride on till the moon meets the sea
Canzone del 1971 contro tutte le guerre. E’ stata tradotta in decine di lingue.
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– “Signor capitano si fermi qui”. – “Sono tanto stanco, mi fermo sì”. – “Attento, sparano, si butti giù”. – “Sto attento, ma riparati anche tu”.
– “Dimmi un po’, soldato, di dove sei?” – “Sono di un paese vicino a lei, però sul fiume passa la frontiera, la riva bianca, la riva nera, e sopra il ponte vedo una bandiera, ma non è quella che c’è dentro il mio cuor”.
– “Tu soldato allora non sei dei miei?” – “Ho un’altra divisa, lo sa anche lei.” – “No, non lo so, perché non vedo più, mi han colpito e forse sei stato tu.”
– “Signor capitano, che ci vuoi far? questa qui è la guerra, non può cambiar.”
Sulla collina canta la mitraglia e l’erba verde diventa paglia, e lungo il fiume continua la battaglia,
–“ma per noi dueè già finita ormai”.
– “Signor capitano, io devo andar.”
– “Vengo anch’io con te, non mi puoi lasciar.”
– “No, non ti lascerò, io lo so già, starò vicino a te per l’eternità.”
Tutto è finito, tace la frontiera, la riva bianca, la riva nera, mentre una donna piange nella sera e chiama un nome che mai risponderà.
– “Signor capitano si fermi qui.” – “Sono tanto stanco, mi fermo sì.”
Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra una stella
Sola senza il ricordo di un dolore vivevi senza il sogno di un amore ma un re senza corona e senza scorta bussò tre volte un giorno alla tua porta
Bianco come la luna il suo cappello come l’amore rosso il suo mantello tu lo seguisti senza una ragione come un ragazzo segue un aquilone
E c’era il sole e avevi gli occhi belli lui ti baciò le labbra ed i capelli c’era la luna e avevi gli occhi stanchi lui pose le sue mani suoi tuoi fianchi
Furono baci e furono sorrisi poi furono soltanto i fiordalisi che videro con gli occhi delle stelle fremere al vento e ai baci la tua pelle
Dicono poi che mentre ritornavi nel fiume chissà come scivolavi e lui che non ti volle creder morta bussò cent’anni ancora alla tua porta
Questa è la tua canzone Marinella che sei volata in cielo su una stella e come tutte le più belle cose vivesti solo un giorno, come le rose
E come tutte le più belle cose vivesti solo un giorno, come le rose.
La canzone venne composta per la colonna sonora del leggendario film “Orfeo Negro”, diretto dal regista francese Marcel Camus e basato su un dramma di Vinicius De Moraes, grande poeta, autore dei testi delle più importanti canzoni popolari brasiliane. Sebbene quasi tutte le canzoni del film sono state firmate da Antonio Carlos Jobim per la musica e da Vinicius De Moraes per il testo, Manha de Carnaval e Samba de Orfeu sono le uniche due canzoni ad essere state composte da Luis Bonfa e Antonio Maria. La canzone è considerata una delle più importanti canzoni brasiliane di tutti i tempi per avere contribuito alla fine degli anni cinquanta a fondare il genere della bossa nova ed è diventata in pochi anni un classico ancora oggi regolarmente eseguito in una quantità di versioni in tutto il mondo. In Francia come in Italia la canzone è conosciuta come “La Canzone di Orfeo”, in Italia oltre da Marisa Sannia fu cantata da Caterina Valente.
versione solo musica
TESTI:
(Orfeu Negro)
Manha de Carnaval
Manhã tão bonita manhã De um dia feliz que chegou O sonho seu surgiu e em cada cor brilhou Voltou o sonho então ao coração
Depois deste dia feliz Não sei se outro dia haverá É nossa manhã tão bela afinal Manhã de carnaval
Canta o meu coração, a alegria voltou Tão feliz a manhã desse amor
=== (nel film:) ===
Manha tao bonita manha Na vida uma nova cancao
Cantando so teus olhos, Teu riso, e tuas maos
Pois ha de haver um dia Em que viras
Das cordas do meu violao Que so teu amor procurou
Vem uma voz Falar dos beijos Perdidos nos labios teus
Canta o meu coracao Alegria voltou, tao feliz A manha deste amor.
(La Canzone di Orfeo)
Il sole ogni dì splenderà
Il sole ogni dì splenderà, il cuore ogni dì canterà per dedicare a te mille pensieri in fior, per confidare a te tutto il mio amor.
Il sole ogni dì splenderà, il mondo ogni dì sentirà un canto d’amor perché tu sarai con me, sempre con me.
Il mondo ogni dì sentirà un canto d’amor perché tu sarai con me, sempre con me.
Yesterday, all my troubles seemed so far away, Now it looks as though they’re here to stay, Oh I believe in yesterday. Suddenly, I’m not half to man I used to be, There’s a shadow hanging over me. Oh yesterday came suddenly. Why she had to go? I don’t know she woldn’t say. I said something wrong, now I long for yesterday. Yesterday, love was such an easy game to play, Now I need a place to hide away, Oh I believe in yesterday.
(traduzione italiana)
IERI
Ieri, tutti i miei problemi sembravano allontanarsi
Adesso sembrano quasi che stiano di casa qui Oh io credo in ieri Improvvisamente, non sono l’uomo che ero C’è un’ombra che sta sopra di me Oh ieri è venuto improvvisamente Perche lei se n’é dovuta andare? Non so, non l’ha voluto dire Ho detto qualcosa di sbagliato Ora vorrei che fosse ieri Ieri, l’amore era un gioco così facile da giocare Ho bisogno di un posto dove nascondermi Oh, io credo in ieri.
Testo e musica del complesso: The mamas & the papas
California dreaming
All the leaves are brown – All the leaves are brown And the sky is grey – And the sky is grey I’ve been for a walk – I’ve been for a walk On a winters day – On a winters day
I’d be safe and warm – I’d be safe and warm If I was in L.A. – If I was in L.A. California dreamin’ – California dreamin’
On such a winters day.
Stopped into a church,I passed along the way Well, I got down on my knees – Got down on my knees
And I pretend to pray – I pretend to pray
You know the preacher likes the cold – Preacher likes the cold
He knows Im gonna stay – Knows Im gonna stay California dreamin’ – California dreamin’
On such a winters day.
All the leaves are brown – All the leaves are brown And the sky is grey – And the sky is grey Ive been for a walk – Ive been for a walk On a winters day – On a winters day
If I didnt tell her – If I didnt tell her I could leave today – I could leave today California dreamin’ – California dreamin’
On such a winters day
California dreaming
On such a winters day
California dreaming
On such a winters day
TRAD.: Tutte le foglie sono appassite e il cielo è grigio Sono andato a passeggiare in un giorno d’invernoSarei al sicuro e al caldose fossi a Los AngelesSognando la California in questo giorno d’invernoMi fermai davanti a una chiesa che trovai lungo la strada Beh, mi inginocchiai e finsi di pregare Sapete, al predicatore piaceva il freddo Sa che io sto Sognando la California in questo giorno d’invernoTutte le foglie sono appassitee il cielo è grigio
Sono andato a camminarein un giorno d’invernoSe non glielo avessi dettopotrei partire oggi
Sognando la Californiain questo giorno d’inverno
Sognando la Californiain questo giorno d’inverno
Sognando la Californiain questo giorno d’inverno
VERSIONE ITALIANA – Cielo grigio su / Foglie gialle giù / Cerco un po’ di blu / Dove il blu non c’è Sento solo freddo / Fuori e dentro me / Ti sogno California / e un giorno io verrò!
Entro in una chiesa / e cerco di pregar / Ma il mio pensiero va / ritorna sempre la! Al caldo sole che vorrei / caldo sole che / che qui non verrà maiTi sogno California / e un giorno io verrò!
Cielo grigio su / Foglie gialle giù / Cerco un po’ di blu / Dove il blu non c’è Se lei non mi aspettasse / so che partirei
Ti sogno California / e un giorno io verrò / Ti sogno California / e un giorno io verrò! …
There is a house in New Orleans They call the Rising Sun And it’s been the ruin of many a poor boy And God I know I’m one
My mother was a tailor Sewed my new blue jeans My father was gamblin’ man Down in New Orleans
Now the only thing a gambler needs Is a suitcase and a trunk And the only time he’ll be satisfied Is when he’s all a-drunk
Oh mother, tell your children Not to do what I have done Spend your lives in sin and misery In the house of the Rising Sun
Well I’ve got one foot on the platform
The other foot on the train
I’m going back to New Orleans
To wear that ball and chain
Well there is a house in New Orleans They call the Rising Sun And it’s been the ruin of many a poor boy
And God I know I’m one
And God I know I’m one
C’è una casa a New Orleans
la chiamano il Sole Nascente
ed è stata la rovina di più di un povero ragazzo
e Dio, so di essere uno di questiMia madre era una sarta cucì i miei blue jeans nuovi mio padre era un giocatore d’azzardo giù a New Orleans
Ora, l’unica cosa di cui ha bisogno un giocatore d’azzardo è una valigia e un bagagliaio Ed è soddisfatto solo quando è ubriaco del tutto
Oh madre di’ ai tuoi figli di non fare quello che ho fatto io di non spendere la loro vita nel peccato e nella miseria nella casa del Sole Nascente
Ora, un piede sul binario
l’altro piede sul treno
sto tornando a New Orleans
con la palla al piede *
Ebbene, c’è una casa a New Orleans La chiamano il Sole Nascente ed è stata la rovina di più di un povero ragazzo
e Dio, so di essere uno di questi
e Dio, so di essere uno di questi
Note :
* può significare “in pirgione”, oppure
può anche essere ”per sposarmi”.
Aranjuez è un comune spagnolo di circa quarantamila abitanti situato nella comunità autonoma di Madrid. Posta sulla riva sinistra del Tago, Aranjuez, è nota per i suoi edifici reali e per i grandi giardini in contrasto con l’aridità della zona circostante della Nuova Castiglia.
Il Concerto d’Aranjuez (Concierto de Aranjuez) è probabilmente l’opera più nota di Joaquín Rodrigo, uno dei compositori spagnoli più famosi del primo dopoguerra. Scritto all’inizio del 1939 a Parigi, in un’atmosfera tesa per le ultime vicissitudini della guerra civile spagnola e per l’imminente seconda guerra mondiale, costituisce la prima opera scritta da Rodrigo per chitarra e orchestra.
La strumentazione è unica, dal momento che è raro trovare una chitarra solista che si confronta con il suono prodotto da un’intera orchestra. Ciò nonostante, la chitarra non viene mai coperta, pur rimanendo l’unico strumento solista per l’intera esecuzione.
Scritto ispirandosi ai giardini del Palazzo Reale di Aranjuez, la residenza di primavera del re Filippo II nella seconda metà del secolo XVI, in seguito ricostruito a metà del secolo XVIII per Fernando VI, il concerto cerca di trasportare l’ascoltatore ai suoni della natura sebbene questi siano lontani nello spazio e nel tempo.
Aranjuez,
Un lugar de ensueños y de amor
Donde un rumor de fuentes de cristal
En el jardín parece hablar
En voz baja a las rosas.
Aranjuez, Hoy las hojas secas sin color Que barre el viento Son recuerdos del romance que una vez Juntos empezamos tú y yo Y sin razón olvidamos.
Quizá ese amor escondido esté En un atardecer En la brisa o en la flor Esperando tu regreso.
Aranjuez, Hoy las hojas secas sin color Que barre el viento Son recuerdos del romance que una vez Juntos empezamos tú y yo Y sin razón olvidamos.
En Aranjuez, amor, tú y yo!
Aranjuez è scesa ormai la sera su di tee su questo mio viso leggeraiquello che il tempo ha scritto gia’ in un giorno lontano.
Aranjuez la tua voce lenta canterà al sole e al vento ed al tempo che poi tutto porta via questa mia storia che non dico mai ma resta chiusa nel cuore e su gli occhi traspare, lo so, in un dolce sorriso.
Aranjuez la tua antica gloria non c’é piu’ ora piangi e una chitarra li’ con te il tuo bel nome non c’e’ piu é fiorito in una rosa.
Aranjuez la mia voce lenta cantera’ al sole e al vento ed al tempo che poi tutto cambiera’ questa tua storia che nessuno sa che tieni stretta sul cuore e su gli occhi traspare, lo so, in un dolce sorriso.
La sera è qui coi ricordi che ci portera’ vuole dire a noi che non siamo mai soli. Aranjuez Aranjuez.
IL FATTO è storicamente accaduto -era il 21.03.1957- quando lungo la valle l’attività dei mugnai era ormai in declino. Nella prima metà del ‘900, infatti, San Lorenzo (frazione di Osilo) contava una trentina di mulini idraulici e due gualcherie. Negli anni ’50 solo pochi erano ancora attivi. Ma che cosa ci vuole dire, in definitiva, questa canzone? Pietro Pisanu -morto nella culla, sepolto da una roccia (staccatasi da un costone della parete rocciosa che sovrastava la casa)- è ancora vivo e ancora continuerà a vivere. Una canzone, quando diviene memoria, certe volte è capace anche di questi prodigi. Così, davvero nulla contano ormai i soliti dati anagrafici -San Lorenzo (Osilo), 3 maggio 1956, 21 marzo 1957-; rimane invece una memoria viva che gli restituisce tempo e vita, nel cuore delle persone.
Sutta su chelu de fizzu meu Sotto il cielo di mio figlio
como si canta finzas tres dies. ora si canta per tre giorni. Badde lontana, Badde Laurentu Valle lontana, Valle di S. Lorenzo
solu deo piango pensende a tie! Soltanto io piango pensando a te! Mortu mi l’hasa chene piedade Me l’hai ucciso senza pietà cun d’una rocca furada a Deus. con una roccia rubata a Dio! Badde lontana, Badde Laurentu Valle lontana, Valle di S. LorenzoCommente fatto a ti perdonare? Come faccio a perdonarti? Zente allegra e bella Gente allegra e bella festa
oe sese in donzi domo. Oggi sono in tutte le case. Chelzo cantare, chelzo pregare Voglio cantare, voglio pregare
ma nun m’ascultat su coru meu. Ma non m i ascolta il cuore mio. Dammi sa manu Santu Laurentu Dammi la mano San Lorenzo,
deo so gherrende intro a mie. io sono in lotta dentro di me!
Dammi sa manu, chi so gherrende Dammi la mano ché sono in lotta
Faghem’isperare umpare a tie! Fammi sperare insieme a te!
Dammi sa manu Santu Laurentu Dammi la mano San Lorenzo,
deo so gherrende intro a mie. io sono in lotta dentro di me!
Dammi sa manu chi so peldende Dammi la mano, mi sto perdendo
faghem’isperare umpare a tie. Fammi sperare insieme a te!
Testo e musica di: LUCIO DALLA; Canta: LUCIANO PAVAROTTI; Titolo: CARUSO
Caruso
COME E’ NATA QUESTA CANZONE
Durante un’intervista il cantautore italiano Lucio Dalla ha raccontato il significato del testo della canzone “Caruso”.Il cantautore (Lucio Dalla) si trovò costretto, in seguito ad un guasto alla propria imbarcazione, a soggiornare in un albergo a Napoli, dove -molti anni prima- era morto il famoso tenore italiano Enrico Caruso. Qui i proprietari dell’albergo gli raccontarono degli ultimi giorni della vita del tenore, e della sua passione per una giovane a cui dava lezioni di canto. In seguito a quei racconti, Lucio Dalla ebbe l’ispirazione per scrivere il brano.
Qui dove il mare luccica
e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Sorrento
un uomo abbraccia una ragazza
dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto
Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
e’ una catena ormai
che scioglie il sangue nelle vene, sai
Vide le luci in mezzo al mare
pensò alle notti la in America
ma erano solo le lampare
e la bianca scia di un’elica
sentì il dolore nella musica
si alzò dal Pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morte
Guardò negli occhi la ragazza
quegli occhi verdi come il mare
poi all’improvviso uscì una lacrima
e lui credette di affogare
Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
e’ una catena ormai
e scioglie il sangue dint’e vene sai
Potenza della lirica
dove ogni dramma e’ un falso
che con un po’ di trucco e con la mimica
puoi diventare un altro
Ma due occhi che ti guardano
così vicini e veri
ti fanno scordare le parole
confondono i pensieri.
Così diventò tutto piccolo
anche le notti la in America
ti volti e vedi la tua vita
come la scia di un’elica
Ah si, e’ la vita che finisce
ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva felice
e ricominciò il suo canto
Te voglio bene assai ma tanto tanto bene sai e’ una catena ormai che scioglie il sangue dint’e vene sai (bis)